Filipendula ulmaria: caratteristiche della pianta e composizione
La Filipendula ulmaria è una pianta erbacea originaria dell’Europa Settentrionale appartenente alla famiglia delle Rosaceae, oggi ampiamente diffusa anche in Italia, nelle zone alpine e submontane ad abbellire prati umidi, a margine degli acquitrini e paludi.
Si tratta, infatti, di una pianta perenne che cresce spontanea nei luoghi umidi e si erge su fusti che raggiungono anche i 150 cm.
La Filipendula ulmaria è caratterizzata da infiorescenze a pannocchia costituita da fiori giallo-beige a spirale, da cui spirea, e da numerosi germogli.
I fiori sono conosciuti da sempre per il gradevole profumo che in passato veniva sfruttato per coprire gli odori sgradevoli nelle case o negli ambienti pubblici.
I fiori, una volta essiccati, liberano un leggero odore di salicilato di metile, uno dei componenti dell’estratto insieme all’acido salicilico e altri salicilati (70%), e hanno un tipico sapore amaro e astringente, dovuto alla presenza di tannini.
L’estratto che si ottiene dalle infiorescenze, dalle foglie e dalle sommità, oltre a contenere acido salicilico, salicilati e tannini, è costituita anche da flavonoidi (0,5%), da antocianina e antocianoside, e da un olio essenziale.
#METTERSINFORMA La Filipendula Ulmaria Max ha un'azione digestiva e diuretica.Filipendula ulmaria: i suoi utilizzi nella Medicina tradizionale
La presenza di acido salicilico e salicilati, composto da cui deriva l’acido acetilsalicilico, il principio attivo della famosa aspirina, giustifica l’utilizzo tradizione della Filipendula ulmaria come antinfiammatorio e antireumatico, indicato per sostenere la normale funzionalità articolare.
L’infuso della pianta contiene una piccola qualità di acido salicilico e derivati, ragion per cui veniva indicato principalmente come supporto per il raffreddore.
L’estratto della pianta è anche da sempre consigliato per la sua azione digestiva, protettiva a livello gastrico e diuretica.
Viene, infatti, consigliato come sostegno della funzione digestiva e della funzionalità del sistema digerente ma anche della funzionalità delle vie urinarie.
Nella medicina tradizionale l’estratto della pianta veniva infatti indicato nelle problematiche reumatiche non solo come antinfiammatorio ma anche per favorire una copiosa diuresi e drenare i liquidi in eccesso a livello articolare.
La sua azione drenante però risultò interessante anche per la pesantezza delle gambe. Vediamo insieme come?
La Regina dei prati che drena: la Filipendula ulmaria e i liquidi in eccesso
L’azione diuretica della Filipendula ulmaria è stata attribuita alla presenza di flavonoidi.
Per tale azione, la Filipendula ulmaria è un noto coadiuvante ad azione drenante, un sostegno a volte consigliato quando la bilancia fa capricci o la pelle a buccia d’arancia “tormenta” le gambe di una donna.
In particolare, l’estratto della pianta è ampiamente noto come utile coadiuvante nel favorire il drenaggio dei liquidi corporei.
L’estratto di Filipendula ulmaria è stato, inoltre, indicato in passato anche come rimedio per la cellulite dolorosa grazie alla potenziale sinergia tra i costituenti ad azione diuretica e antinfiammatoria.
Ulteriori studi sono necessari per confermare o meno un suo potenziale utilizzo nel controllo del peso corporeo.
L’infuso della pianta veniva, infatti, indicato anche nelle persone con problemi di sovrappeso ma, ad oggi, non ci sono studi sufficienti a sostegno di tale utilizzo.
La Filipendula ulmaria è un noto coadiuvante ad azione drenante, un sostegno a volte consigliato quando la bilancia fa capricci o per la pelle a buccia d’arancia.
Alcune curiosità sulla Regina dei Prati
Abbiamo visto che la Filipendula ulmaria, chiamata anche Olmaria, Spirea ulmaria o Regina dei Prati, ha fiori profumatissimi.
Bene, sembrerebbe che il loro profumo fosse tra i favoriti della Regina d’Inghilterra Elisabetta I. Come dire, tra regine ci si intende!
La seconda curiosità è un’informazione meno frivola e magari qualcuno di voi la conosce già.
Sapete che l’Aspirina, farmaco noto a tutti, deve il suo nome proprio a questa pianta? Infatti, la Filipendula ulmaria, in passato, secondo la nomenclatura delle piante medicinali, veniva chiamata Spirea ulmaria e in quel lontano passato proprio da questa pianta si estrasse l’aldeide salicilica.
Questo composto chimico insieme alla salicina, isolata dal Salice, e al salicilato di metile, dalla Gualteria, portò con modalità e in tempi diversi alla sintesi dell’acido acetilsalicilico, il principio attivo del famoso farmaco antinfiammatorio.
Due aneddoti sulla storia di una pianta che in due situazioni diverse ha fatto storia!
Abbiamo conosciuto meglio la Filipendula ulmaria, una pianta dai fiori così belli e profumati da essere nota anche come Regina dei Prati. È una pianta caratterizzata da diverse azioni, tra tutte quella drenante la rende un piacevole “alleato” contro i fastidiosi inestetismi della tanto odiata cellulite.